The path of change
Il sentiero del cambiamento
In my Indian exile, I have time to look inside myself.
I cannot go around, and I cannot study Tibetan all the time, so sometimes I think a little.
I never understood what spiritual materialism is. I was not interested in understanding its meaning. I just went on with my practice doggedly, trying to be honest with myself. Hoping that my motivation could do, even if my understanding was so confused.
But now I have met it.
It has the appearance of spirituality but it is only a thin shell. Like an emptied eggshell: outside it looks perfect, but inside there is nothing.
One studies a bunch of rules and sticks to them. Not to the real, profound meaning, just the form.
And one performs retreats, practices, and offerings to get his position in life to become stronger. Not to kill the ego.
No painful looking inside. No attention to others' needs. Just the shell. And one feels that he is top and can judge everybody.
So easy. It gives one a lot of instant satisfaction and this satisfaction increases ego strength.
While the real practice is uncomfortable and slow.
It is a lot about what is one’s actions real motivation. Digging in the bunch of habits and prejudices that one believes are “her”.
That's why in the practice, even a low-level one like mine, one feels disheartened, tired, and even afraid quite often. Looking at the reality of samsara is not a happy view, and samsara is in our minds until we will kick our ego out.
Sadness is a friend that shows the way out: defeat the ego. Make it disappear in the perfect freedom of emptiness.
That's why I pray with all my heart to never fall into the spiritual materialism trap.
ITALIANO
Nel mio esilio indiano, ho tempo per guardarmi dentro.
Non posso andare in giro e non posso studiare il tibetano notte e giorno, quindi a volte penso un po'.
Non ho mai capito cosa sia il materialismo spirituale. Non mi interessava capirne il significato. Ho solo continuato la mia pratica ostinatamente, cercando di essere onesta con me stessa e basta. Sperando che la mia motivazione potesse andare bene, anche se la mia comprensione era così confusa.
Ma ora l'ho incontrato.
Ha l'apparenza della spiritualità ma è solo un guscio sottile. Come un guscio d'uovo svuotato: fuori sembra perfetto, ma dentro non c'è niente.
Uno studia un mucchio di regole e si attiene ad esse. Non al vero, profondo significato, solo alla forma.
E uno compie ritiri, pratiche e offerte per far sì che la sua posizione nella vita diventi più forte. Non per uccidere l’ego.
Nessun doloroso guardarsi dentro. Nessuna attenzione ai bisogni degli altri. Solo il guscio. E si sente che è il migliore di tutti e può giudicare.
E’ così facile. Dà molta soddisfazione immediata e questa soddisfazione aumenta la forza dell'ego.
Mentre la pratica reale è scomoda e lenta.
Riguarda molto la vera motivazione delle nostre azioni. Lo scavare nel mucchio di abitudini e pregiudizi che si crede siano "me".
Ecco perché nella pratica, anche di basso livello come la mia, molto spesso ci si sente scoraggiati, stanchi e persino impauriti. Guardare la realtà del samsara non è una visione allegra. E il samsara è nelle nostre menti finché non elimineremo l’ego.
La tristezza è un'amica che mostra la via d'uscita: sconfiggere l'ego. Se lui scompare e rimane la perfetta libertà della vacuità.
Ecco perché prego con tutto il cuore di non cadere mai nella trappola del materialismo spirituale.